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Maria Corsini e Luigi Beltrame Quattrocchi Un’aureola per due

«Un’aureola per due» è il nostro omaggio ad una coppia che amiamo ritrovare in Paradiso.

Maria Corsini

Maria Luisa, figlia unica di due fiorentini (Angiolo Corsini e Giulia Salvi), nasce il 24 Giugno 1884. I genitori le impartiscono un'accurata educazione umana e religiosa, non particolarmente pia, principalmente attraverso la testimonianza. E’ rattristata dai dissapori tra i genitori, determinati dal carattere molto forte di entrambi e dalla irascibilità del padre. Era solita mettere una fogliolina di olivo sotto la tovaglia quando apparecchiava la tavola per incoraggiare alla pace: “Con quel carattere che hai papà, io non ti avrei sposato”. Quando aveva 4 anni il papà si trasferì a Pistoia e poi di nuovo a Firenze, Arezzo e infine a Roma. Maria Luisa rimarrà sempre molto attaccata alla sua Firenze. Maria, secondo la differenziazione di genere allora vigente, venne iscritta alla Scuola femminile di commercio per direttrici contabili, che non le si confaceva. Avrebbe preferito approfondire le lettere, le lingue, l’arte, per cui era più portata. Ebbe comunque la possibilità, tra la scuola e le frequentazioni familiari, di approfondire la conoscenza delle lingue francese e inglese, della letteratura europea, delle arti e del pianoforte.

Luigi Beltrame

Luigi Beltrame nasce a Catania, il 12 Gennaio 1880, da Carlo (di Tarcento, Udine) e Francesca Vita, siciliana, sposata quindicenne. Trascorre la prima infanzia con i suoi genitori. Intorno al 1889 va a vivere con Luigi e Stefania Quattrocchi, zii per parte materna, che ne chiedono l'affidamento ai cognati non potendo avere figli. Una sorella di Francesca, Fanny, sposa Luigi Quattrocchi, da cui il nome che Luigi e la famiglia hanno aggiunto a Beltrame. Luigi passa da Catania ad Ancona, dove studia al Ginnasio, e poi a Roma, dove vive con gli zii, respirando un moderato anticlericalismo risorgimentale. Non riceve una particolare formazione religiosa, ma un’ottima istruzione letteraria e giuridica. Ama il teatro, la musica, i viaggi. E’ attestata una tenuta morale integerrima. Nel 1890, a seguito del trasferimento dello zio Luigi, cassiere principale della Regia Dogana, Luigi approda a Roma dove trascorre il resto della sua esistenza. Frequenta il liceo «Umberto I» e consegue la licenza liceale nel 1898 con ottimi risultati. Iscrittosi nello stesso anno alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università La Sapienza, si laurea il 14 luglio 1902. Trova lavoro come aiuto avvocato e pretore, finché nel 1909 viene nominato Sostituto Avvocato Erariale. Nel 1919 è Vice Avvocato Erariale e nel 1921 Segretario Generale. Arriva al pensionamento nel 1946, con la qualifica di Vice-Avvocato Generale Onorario dello Stato.

Luigi e Maria

Maria stringe col giovane Luigi un’amicizia spontanea, basata sulla sintonia, su stili di vita simili e sulla comune attrazione per la letteratura. Dopo tre anni di frequentazione nei ricevimenti dei salotti romani, si palesa l’amore. Nel 1904 Luigi si ammala di peritonite e lei gli fa recapitare una immaginetta della Madonna di Pompei. Nel retro si legge: «This is the Image before which I have so much prayed and wept for your health. Kiss it every evening and morning and keep it always with you. God and this Holy Virgin bless you and Yours. Maria Luisa»

Luigi rimane fedele all’impegno fino alla morte, quando l’immagine è stata ritrovata nel portafoglio, custodita per 47 anni.

La conoscenza reciproca si approfondisce, facilitata dall’amicizia e dalla stima reciproca tra la famiglia Corsini e gli zii Quattrocchi, fino a che si arriva, attraverso un carteggio sempre più frequente, al fidanzamento. La dichiarazione risale al 15 marzo 1905 e il fidanzamento ufficiale al 31 dello stesso mese. Il matrimonio avviene otto mesi dopo, nella Cappella S. Caterina di Santa Maria Maggiore, il 25 novembre, data della memoria liturgica congiunta.

I figli

I figli si susseguono: Filippo, 1906; Stefania, 1908; Cesare, 1909, Enrichetta 1914. Nel 1913 l'annuncio della quarta gravidanza porta una nuova gioia, turbata al quinto mese dalla drammatica prospettiva che un noto ginecologo presenta ai genitori dopo aver constatato abbondanti emorragie: placenta previa totale. Il medico sostiene che se non si interrompe la gravidanza, per Maria ci sono 90-95 % probabilità di morte, mentre il feto rimarrà tale perché non alimentato. . Gli sposi all’unisono rispondono con un deciso "NO". Le condizioni di Maria, giorno per giorno, peggiorano a causa della crescente anemia. All’ottavo mese, con un provvidenziale intervento, il ginecologo fa trasportare immediatamente Maria in ospedale e le salva la vita e fa vedere la luce miracolosamente a Enrichetta il 6 aprile 1914. Dopo un forte deperimento organico, Maria si riprende e s’impegna in una crescente attività, dalla catechesi presso la Parrocchia di S. Vitale alla cura delle donne profughe dall’Abruzzo dopo il terremoto di Avezzano (1915).

Per una società cristiana

Luigi attua silenziosamente un apostolato efficace, con pochi, opportuni e delicati interventi sui colleghi e soprattutto con il suo esempio. Dal 1916 coopera insieme a Maria con l'Associazione Scoutistica Cattolica Italiana (ASCI), divenendo nel 1917 Presidente del Reparto Roma V e nel 1918 membro del Commissariato Centrale. Nel 1919 fonda, con l'amico Pulvirenti, un oratorio presso la Basilica di Santa Pudenziana per i ragazzi della “suburra” che trasforma poi in Reparto Scout-Roma XX, diretto fino al 1923. Dal 1921 al ’27, é Consigliere generale dell'ASCI, fino a che l’associazione viene sciolta dal Regime Fascista.

Maria scrittrice

Nel 1920 Maria pubblica vari articoli su “Fiamma viva”, “Il Solco”, “In Alto” e sul Bollettino della FUCI. Del 1924 è un epistolario ideale, non spedito, rivolto ai figli. Dall'epistolario vede la luce "Voce di Madre". Nel 1936 dà alle stampe "Il libro della giovane«, nel 1937 "I nostri ammalati«, nel 1940 "Il fuoco ha da ardere" e "Mamma vera". Nel 1943 Maria pubblica "Fiore che sboccia", con la collaborazione di P. Paolino. Nel 1952: "Lux vera" e "Vita coi figli". Nel 1953, ripercorrendo la vita col marito Luigi, il libretto denso quasi un testamento dell’amore sponsale: "L'ordito e la trama. Radiografia di un matrimonio”. L'ultimo scritto è del 1955 "Rivalutiamo la vita".

Sostegno reciproco

Nel suo rapporto con Maria, Luigi è innamorato, fedele, attento e rispettoso. Fa quel che può perché la cura della grande famiglia non la affatichi. Stimando le capacità della moglie, la sostiene nella scrittura rileggendo con lei tutti gli scritti e l’aiuta a trovare gli editori giusti. Apprezza l’anima di Maria e si unisce a lei nel cammino di spiritualità, avendo come punti fermi la Messa, il rosario quotidiano, la confessione, la cura della famiglia. Al mattino, prima di uscire per la Messa le legge le letture del giorno.

amici a vita
Le vocazioni dei figli

I figli prendono via via la loro strada: don Tarcisio (Filippo), prima monaco benedettino e poi sacerdote diocesano, tanto compianto dall’AGESCI, Cecilia (Fanny), monaca benedettina, Padre Paolino (Cesare), trappista delle Frattocchie, Enrichetta, la figlia che non doveva nascere, ha assistito i genitori fino alla fine (1914-2012) e abitato in via De Pretis, 86. Le vocazioni sono state favorite dal clima di famiglia, ma non sollecitate. Il rapporto genitori figli è rimasto costantemente affettuoso e spiritualmente fecondo, allargandosi ai confratelli e alle necessità dei conventi.

I fratelli da adulti
Gioia e distacco

Gli sposi ebbero il privilegio di essere ricevuti da tutti i Papi dello loro vita, da S. Pio X, quando Maria portava in grembo Cesarino sino a Paolo VI, sul finire della vita di lei. La mattina del 5.11.1924, tutta la famiglia viene ricevuta in udienza privata da Pio XI, che benedice. La sera la famiglia è unita in una felice e commossa ‘ultima cena’. Tutti s’inginocchiano pregando davanti all’immagine del S. Cuore. Maria rinnova l’atto di consacrazione della famiglia e Luigi intona le litanie del S. Cuore. Don Tarcisio: «Ci alternammo con loro nella recita del Pater noster e del Magnificat in irripetibile armonia, ben più potente dell’incoercibile tumultuare dei sentimenti». Luigi muore il 9 novembre 1951 per infarto miocardico. «Attendo il momento in cui dovrò lasciare questa vita terrena e presentarmi al Tribunale di Dio con animo trepido ma pur fiducioso nella misericordia infinita di Lui che vorrà perdonare i miei peccati, le mie mancanze, le negligenze, le infedeltà e ammettermi, quando sia compiuta la mia purificazione, fra i suoi eletti. Spero che Egli vorrà concedermi la grazia della perseveranza finale in quella fede che oggi sento vivissima e a cui cerco, come so e posso, di mantenermi coerente nei miei pensieri e nei miei atti. Attendo la morte col dolore di dovermi staccare dalla mia dilettissima Maria, cui debbo gratitudine immensa ed eterna per tutto il bene, morale e materiale, che mi ha fatto, e dai figlioli adorati; ma con la speranza che ci ritroveremo tutti, quando Dio vorrà, riuniti in cielo nell’eterna glorificazione di Lui. Invoco su tutti l’assistenza di Gesù, della Madonna, dei Santi, perché li preservino nella loro santificazione. A tutti, e specialmente alla mia compagna amorosissima e fedelissima, chiedo perdono d’ogni pena procurata non tanto dalla mia cattiva volontà, quanto dalle deficienze del carattere e dalle tante imperfezioni». Maria rimane in vita ancora 14 anni, scrivendo, accogliendo, consigliando sposi, suore, sacerdoti… Nell’estate del 1965, a 81 anni, Maria trascorre un bel periodo di vacanze a Serravalle di Bibbiena, nella villetta chiamata "La Madonnina", fatta costruire per lei da Luigi. Aveva già fatto con Enrichetta i preparativi per il rientro a Roma, quando il 26 agosto, verso mezzogiorno, muore, per un infarto improvviso. Enrichetta racconta che il decesso della madre è avvenuto subito dopo la recita dell’Angelus.

Nel 1958 Maria aveva scritto ai figli una lettera-testamento: «Figli miei carissimi, vi lascio queste mie ultime parole, brevissime, perché le possiate sentire nelle anime vostre anche quando la mia voce terrena tacerà. Anzitutto debbo dirvi che l'affezione che mi avete mostrato nella mia malattia è stata veramente commovente, e ve ne sono tanto grata. Ci ritroveremo tutti lassù, con il vostro santo Papà, coi nonni, coi bisnonni. Che gioia!... E ancora vi torno ad abbracciare tutti e quattro, con tutta l'anima mia chiedendovi perdono se feci inevitabili errori nell'intento di educarvi, o in qualunque momento vi dispiacqui. Di una cosa posso sinceramente assicurarvi nella verità; che tutto quello che ho fatto, in qualunque momento, con chiunque di voi o di altri, anche se ho sbagliato, l'ho fatto nella intenzione pura di difendere gli interessi di Dio nelle anime”. “Figli miei, vi lascio queste ultime parole affinché le possiate sentire nelle anime vostre quando la mia voce tacerà. In questi giorni di ‘attesa’, quando sono sola, vado attorno per le stanze di questa casa che vi ha visti nascere tutti e che ha visto andarsene i nonni eppoi il vostro papà, mille volte benedetto! Vado attorno, e ogni stanza di questa casa mi parla : vedo i ritratti di voi bambini, poi ragazzi, poi giovani, e rivivo quel tempo e quelle ansie e quelle consolazioni che mi deste… Rivedo le fotografie del tempo di guerra e mi ricordano le ansie fiduciose sofferte per voi… E penso… Penso che quando non ci sarò più, tutto questo rivivrete col dolore ispirato e accresciuto dall’affetto di cui mi avete ricolmato in questi ultimi anni…. Ve ne sono grata figlioli miei carissimi. Che la vostra vita, di momento in momento, si perfezioni sempre di più. Non a caso Gesù ci ha donato tante grazie, Egli che amandoci d’amore gratuito e infinito, aveva su ciascuno di noi disegni di carità. Così mi darete una gioia ineffabile di cui Dio vi compenserà largamente e Papà ed io dal Cielo, vi benediremo.”

Attualmente si può visitare la tomba presso il santuario del Divino Amore, a Roma, dove diverse volte Maria si è recata a pregare, in particolare durante la guerra per la salvezza dei figli e dove il 13 Agosto aveva consacrato l’intera famiglia. In quella stessa data, anni dopo, i figli hanno scampato pericoli gravi: Suor Stefania è sfuggita all’incendio del monastero benedettino, Cesare sulla moto a un cecchino e Filippo si è salvato su una nave colpita e affondata da un siluro, essendosi spostato poco prima da prua a poppa.

Beatificazione

Giovanni Paolo II il 21 ottobre 2001 ha detto: "Oggi ci siamo dati appuntamento per la beatificazione di due coniugi, con questo solenne atto ecclesiale noi intendiamo porre in evidenza un esempio di risposta affermativa alla risposta di Cristo. La risposta è data da due sposi vissuti a Roma nella prima metà del ventesimo secolo che hanno tenuto accesa la lampada della fede e l’hanno trasmessa ai figli dei quali tre oggi qui presenti. Carissimi di voi cosi scriveva vostra madre: “li avevamo nella fede perché conoscessero Dio e l’amassero”, ma quella vivida fiamma i vostri genitori l’hanno trasmessa agli amici, ai conoscenti e ai colleghi. Ed ora dal cielo la donano a tutta la Chiesa".

Una nuova associazione A.Mar.Lui.

L’Associazione Maria e Luigi” Beltrame Quattrocchi è nata il 18 Giugno 2010, con un respiro nazionale e internazionale, dotata di personalità giuridica, approvata dal Vescovo di Pescara, T. Valentinetti. Intende operare nella Chiesa e nella società, a sostegno dell’itinerario umano e spirituale di ogni singola persona e particolarmente dell’unità tra fidanzati e sposi, sulla scia dei Beati Maria e Luigi. Primo presidente onorario è stata Enrichetta, la quarta figlia. L’associazione è aperta a quanti intendono sostenere la spiritualità coniugale (sposi, fidanzati, sacerdoti, religiose e religiosi, singoli). Promuove e sostiene gruppi che nascono dal basso, liberamente, in sintonia con gli obiettivi statutari dell’Associazione. Non ha fini di lucro e mira alla formazione permanente dei propri membri, secondo una spiritualità di comunione.

Note caratteristiche della spiritualità:

  • una laicità tipica della ferialità della vita di famiglia, in unità e distinzione rispetto alle altre vocazioni;
  • Il servizio alla società e alla Chiesa, nel rispetto della dignità di ogni persona;
  • La valorizzazione dell’intreccio tra “eros” e “agape”, senza confonderli né contrapporli;
  • L’accoglienza delle persone così come sono, nelle situazioni materiali e morali in cui si trovano,
  • La disponibilità ad imparare da tutti, interrogandosi insieme sul senso degli eventi, in spirito di fraternità universale;
  • La promozione dell’amore umano e cristiano tra tutti, con particolare attenzione al rispetto e all’obbedienza reciproca tra gli sposi, al compito educativo dei genitori e alla gratitudine filiale.

La storia di Maria e Luigi è diventata teatro-musica dal titolo "Un'aureola per due” (come il libro da cui lo spettacolo è stato tratto).

Si ringrazia l'Associazione A.Mar.Lui. per aver contribuito alla realizzazione di questa puntata.